domenica 16 agosto 2009

H/H

H/H
Banana Yoshimoto

Due racconti lunghi – Hard-boiled e Hard-luck – che trattano della morte, tema ormai caro a Banana, mostrando i diversi modi con cui la si può affrontare e mettendo a fuoco il contrasto tra la sofferenza della perdita, la tentazione di sprofondare nel dolore e un’inarrestabile voglia di rinascita.


In breve

Due racconti lunghi – Hard-boiled e Hard-luck – che trattano della morte, tema ormai caro a Banana, mostrando i diversi modi con cui la si può affrontare e mettendo a fuoco il contrasto tra la sofferenza della perdita, la tentazione di sprofondare nel dolore e un’inarrestabile voglia di rinascita.


Il libro

Hard-boiled si svolge tutto nello spazio di una notte, ma è un tempo onirico, dilatato dai ricordi e ritmato da una fitta scansione di eventi, sogni, apparizioni, presagi. Dopo una gita solitaria, una giovane donna giunge in un paese e decide di pernottare in un albergo. Verso sera un’atmosfera inquietante s’impadronisce di lei facendole rivivere momenti significativi del suo passato: la storia d’amore con una donna, Chizuru, terminata malamente; l’ultima telefonata, in cui l’amante l’incoraggia e la sfida a vivere una vita hard-boiled, decisa, spericolata, senza rimpianti; la morte di Chizuru in un incendio. Caduta finalmente addormentata, sogna Chizuru ma, improvvisamente, qualcuno bussa alla porta e le chiede di entrare. Più tardi scopre che la visitatrice notturna è il fantasma di una donna che qualche anno prima si era suicidata proprio in quell’albergo. Dopo essersi ripresa da questo strano evento, riesce a riaddormentarsi e a sognare Chizuru, congedandosi serenamente da lei.
In Hard-luck la giovane protagonista si reca tutti i giorni in ospedale a trovare la sorella Kuni, in coma dopo essere stata colpita da un’emorragia cerebrale. Qui incontra Sakai, maestro di tai ch’i. Dopo un’iniziale diffidenza, i due si innamorano. Nel frattempo le condizioni di Kuni precipitano e quando la morte arriva, nonostante sia in qualche modo liberatoria, il dolore della sorella esplode in tutta la sua forza. Il giorno dei funerali la ragazza e Sakai riescono a esprimere fino in fondo i loro sentimenti e a darsi un appuntamento per un vago futuro, forse in Italia, lontano dall’ombra della morte.


Indice - Sommario

Hard-Boiled
Hard Luck

Prefazione / Introduzione
Dal libro:

Vivere con Chizuru fu sin dall’inizio un’esperienza interessante.
Chizuru vedeva gli spiriti e ne avvertiva la presenza. Quando accadeva qualcosa di triste a un amico, le lacrime le scorrevano dagli occhi, in modo del tutto indipendente dalla sua volontà. Se avevo un dolore al collo o un’infiammazione allo stomaco, le bastava posarvi sopra la mano perché il mio dolore si calmasse. Secondo lei tutto era cominciato quando, da bambina, era caduta rotolando giù da una scala. Aveva occhi trasparenti, che sembravano sempre guardare un punto leggermente diverso da quello che guardavano gli altri. Era una donna forte. Una che non aveva paura di nulla.
Il posto dove viveva, poi, era un piccolo appartamento che sembrava fatto apposta per il mio stato di tempesta spirituale. Era al sesto piano di un cadente edificio accanto all’autostrada, dalla finestra si vedeva un fitto labirinto di stradine che ricordava gli slum. Si sentivano sempre rumori di tutti i tipi, vi abitava gente perennemente in ritardo sull’affitto, e subito sopra di noi, in un appartamento di due stanze della stessa misura del nostro, viveva una famiglia di otto persone che faceva un chiasso infernale. L’edificio ricordava certi palazzi fatiscenti di Hong Kong che avevo visto in televisione.
Quando qualcuno le chiedeva come mai avesse scelto di vivere in un ambiente del genere, lei rispondeva sempre sorridendo: non so perché, ma mi dà serenità. Quando vedo le persone normali, comincio a pensare che in me ci sia qualcosa che non va, e questo mi fa venire l’angoscia, spiegava.
Amava morbosamente la pulizia, e puliva sempre il pavimento e la cucina fino a farli brillare. Mi successe più volte di svegliarmi per il rumore che lei faceva lavando per terra, e anche di scivolare su quel pavimento così lucido.
Chizuru non dormiva quasi per niente. Diceva che le bastavano poche ore di sonno. Che lavare il pavimento era un modo di ammazzare il tempo. Diceva che anche prima di vivere con me, quando non c’era nessuno che potesse notare la differenza, a volte aspettava l’alba pulendo la casa.
E poi sosteneva di vedere i fantasmi. Mormorava spesso frasi che a me davano i brividi come: quella signora ha portato dei kaki, ah, il bambino è stato investito da una macchina. Insieme a lei, il mondo era popolato di fantasmi.
Io, invece, avevo stabilito di credere che le cose che non vedevo non esistevano, e quindi non le prestavo troppa attenzione. E ciò nonostante, a volte mi capitava di avvertire qualcosa. Per strada, dentro casa. In quei casi, lei sosteneva che c’era sicuramente qualcuno. Per dormire tranquilla senza essere disturbata dai fantasmi, andava sempre a letto con addosso molti oggetti luccicanti. Anelli, orecchini, braccialetti. Diceva che questo teneva lontani gli spiriti. Perciò quando facevamo l’amore, gli ornamenti di Chizuru, che per qualche ragione assumeva sempre il ruolo maschile, si impigliavano continuamente da qualche parte facendomi male.


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Prossima Letura : Il coperchio del mare

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