giovedì 22 ottobre 2009

Necropoli

Nelle sue pagine si leggono le sconvolgenti atrocità che molte persone innocenti hanno dovuto sopportare per la pazzia di un uomo seguito da altri pazzi che lo hanno appoggiato...crude memorie di un passato che non va dimenticato.

Appena finito di leggere questo libro e cosa sento al TG? Un professore dell'università della Sapienza di Roma che asserisce che la Shoah non è esistita...mi si sono venuti i brividi oltre alla rabbia che ho provato...ha anche avuto la faccia tosta di dire che è stato a Dachau e che l'ha trovata una bella cittadina rispetto ad una città d'Italia, ma al momento non ricordo quale avesse citato.
Ma questa cosa è tremenda...come può non provare vergogna per ciò che ha detto...come può dire che non ha detto niente di male e non deve chiedere scusa di nulla...
Ogni volta che una persona asserisce che non c'è stato alcuno sterminio...uccide una seconda volta gli innocenti morti in quei campi...



Necropoli
Boris Pahor
«Necropoli riesce a fondere l’assoluto dell’orrore con la complessità della storia».
dall'introduzione di Claudio Magris

Campo di concentramento di Natzweiler-Struthof sui Vosgi. L’uomo che vi arriva, un pomeriggio d’estate insieme a un gruppo di turisti, non è un visitatore qualsiasi: è un ex deportato che a distanza di anni torna nei luoghi dove era stato internato. Subito, di fronte alle baracche e al filo spinato trasformati in museo, il flusso della memoria comincia a scorrere e i ricordi riaffiorano con il loro carico di dolore e di commozione. Ritornano la sofferenza per la fame e il freddo, l’umiliazione per le percosse e gli insulti, la pena profondissima per quanti, i più, non ce l’hanno fatta. E come fotogrammi di una pellicola, impressa nel corpo e nell’anima, si snodano le infinite vicende che ci parlano di un orrore che in nessun modo si riesce a spiegare, unite però alla solidarietà tra prigionieri, a un’umanità mai del tutto sconfitta, a un desiderio di vivere che neanche in circostanze così drammatiche si è mai perso completamente.

Scritto con un linguaggio crudo che non cede all’autocommiserazione, Necropoli è un libro autobiografico intenso e sconvolgente. E se Boris Pahor ci racconta la sua esperienza del mondo crematorio perché la memoria non si perda e la storia non sia passata invano, quella che ci dà non è però solo la fedele testimonianza delle atrocità dei lager nazisti, è anche un emozionante documento sulla capacità di resistere e sulla generosità dell’individuo.

«Un libro sconvolgente, la visita a un campo della morte e il riaffiorare di immagini intollerabili descritte con una precisione allucinata e una eccezionale finezza di analisi». «Le Monde»

«Un memoir indimenticabile ed evocativo. Con la sua voce intensa e originale Pahor penetra nel cuore dei lettori e li conduce nel luogo dove perse la maggior parte dei suoi compagni e molto di sé». «Kirkus Review»

«Non c’è modo di evitare lo sguardo coraggioso e diretto di Boris Pahor. Il suo nome è stato giustamente accostato a quello di Primo Levi, Imre Kértesz e Robert Antelme». «Süddeutsche Zeitung»


Necropoli.jpg
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3 commenti:

carolemico ha detto...

Ciao, hei che fine hai fatto?
Come mai non posti più?

kymera78 ha detto...

hai ragione ho scritto poco...è un periodo un po' particolare questo...piano piano riprenderò a scrivere giurin giuretta

girasolenero ha detto...

Aspetto la lettura della Citta della gioia, l'ho letto 3 volte e sempre con la stessa emozione.
e ho visto anche il film che comunque mi è piaciuto, anche se spesso i film sono meno belli del romanzo.
grazie per i tuoi auguri. li accetto voletierisssimo.
un baciotto anche a te