domenica 10 marzo 2013

Educazione Siberiana a teatro

Più volte ho ribadito che Nicolai Lilin è il mio scrittore preferito; sono in trepida attesa per l'uscita del film di "Educazione Siberiana", nel frattempo non potevo farmi scappare la rappresentazione teatrale.
Grazie alla mia amica Cris sono riuscita a trovare ancora dei biglietti, per questa serata mi accompagna la mia inseparabile amica di avventure/disavventure Deh.
Non avevo letto niente a riguardo dello spettacolo e non sapevo nemmeno chi fossero gli attori, ammetto la mia ignoranza, l'unico che tutto subito non ho riconosciuto ma ho pensato "io questo l'ho già visto" è stato quello che interpretava Boris, poi arrivata facendo qualche ricerca ho scoperto che era Adriano Pantaleo, alcuni (come me) se lo ricorderanno come Spillo nella serie TV "Amico mio" con Massimo D'Apporto o nel film "Io speriamo che me la cavo".
Continuando con le mie ricerche ho poi capito chi era invece quello che interpretava Nonno Kuzja ovvero Luigi Diberti, mi sono poi ricordata di averlo visto in alcune serie TV
Tornando allo spettacolo...

Io sono arrivata in teatro aspettandomi una rappresentazione teatrale di Educazione Siberiana, ma ho potuto constatare che si trattava di un arrangiamento teatrale della storia del libro, dove il personaggio "chiave" ovviamente è Nicolai affiancato dal suo amico Gagarin, mentre nello spettacolo sono due fratelli Boris (che è per le tradizioni, le regole e quindi anche il rispetto degli anziani) e Yuri (il ribelle tra i due e che è per il "nuovo", il moderno).
Magari potrò sembrare di parte, ma è stato davvero emozionante, una "piccola" e semplice scenografia, ma usata nel modo giusto; testi e scene accompagnate da musiche che ti fanno saltare il cuore in gola, ma che aggiungono a ciò che stai assistendo quel "tocco in più", in special modo nelle scene "drammatiche".
Sinceramente sono uscita dal teatro entusiasta e spero di poterlo rivedere di nuovo.
 


EDUCAZIONE SIBERIANA
di Nicolai Lilin e Giuseppe Miale Di Mauro
da un'idea di Francesco Di Leva e Adriano Pantaleo

Interpreti :
Luigi Diberti : Nonno Kuzja
Elsa Bossi : la madre

Pippo Cangiano : lo sbirro


Francesco Di Leva : Yuri
Giuseppe Gaudino : Mel
Stefano Meglio : Nixon, Kesja
Adriano Pantaleo : Boris
Andrea Vellotti : Igor, sbirro

Regia Giuseppe Miale Di Mauro

Scene : Carmine Guarino
Luci : Luigi Biondi
Musiche : Francesco Forni
Costumi : Giovanna Napolitano
Cura del movimento : Roberto Aldorasi
Aiuto regia : Andrea Vellotti
Assistente alle scene : Dino Balzano
Foto di scena : Andrea Macchia

In collaborazione con NestT (Napoli est Teatro)
Lo spettacolo è tratto da Educazione Siberiana di Nicolai Lilin.

Nella città di Bender in Transnitria, sulle rive del fiume Dnestr, vivono i "criminali onesti". La loro comunità segue le antiche regole dei fuorilegge siberiani che hanno ispirato molte generazioni con la loro visione anarchica della gestione della vita. Il rapporto dei giovani con il mondo si costruisce rispecchiando l'ideologia degli anziani, da sempre abituarti ad opporsi allo Stato e a lottare per la propria libertà. La mentalità dei criminali siberiani approva l'assassinio come mezzo estremo per la sopravvivenza, interpretando in modo controverso la sacralità delle leggi della religione cristiana. Ma allo stesso tepo gli anziani hanno grande cura dei più deboli, rifiutano la droga e gli affari che comprendono speculazioni e traffici illeciti. La vita delle persone è umile e difficile. Il destino di un criminale onesto si tempra tra carcere e oppressione dello Stato.
Ma con la fine dell'imprero sovietico la società sta per cambiare in modo irreversibile.
L'adattamento teatrale di Educazione Siberiana si muove intorno alla storia di due fratelli molto diversi tra loro : il primo è Boris, il giusto. Legato agli insegnamenti della tradizione siberiana, rispetta gli anziani e cerca di somigliare in tutto a loro. Il secondo è Yrui, il ribelle. Ha lo sguardo proiettato nel futuro, pronto ad infrangere ogni regola e a tradire la sua stessa famiglia per amore del Dio denaro, così rapito nel suo sogno americano. In mezzo il vecchio Nonno Kuzja, che cerca di far resistere la tradizione dei criminali onesti, nonostante il devastante impatto della società con il moderno delirio del consumismo occidentale.
La storia di Boris e Yuri rappresenta metaforicamente il modello del tipico conflitto che si sviluppa nel periodo post sovietico sia dentro una singola persona che nella società intera. All'epoca della fine dell'URSS gli effetti collaterali dei quell'evento, i fattori politico-sociali, hanno generato il caos nel popolo stremato dalla dittatura e affamato di libertà. Ed è proprio la percezione distorta della libertà che ha spinto le persone verso atti estremi, fino ad arrivare al drammatico degrado delle anime.
Nicolai Lilin e Giuseppe Miale Di Mauro

Educazione Siberiana è una grande tragedia moderna. Una storia di sentimenti forti : l'amore, l'amicizia, l'odio, il tradimento, i sogni.
E' la caduta degli ultimi testimoni di una cultura che sta scomparendo e l'ascesa dei nuovi padroni di una società alla deriva.
E nel mezzo c'è la guerra.
Una comunità, quella degli Urka siberiani, criminali che si definiscono onesti e combattono il potere comunista. Simbolicamente ho stretto la comunità intorno ad un semplice ambiente familiare, costringendola a convivere con l'invadente presenza di un muro che ricorda quello di Berlino, e che proprio come quello, delimita una linea di confine. Oltre quel muro c'è la vita che i vecchi criminali detestano e alcuni giovani ambiscono.
Quello che colpisce di questi criminali onesti è il loro sentimento anarchico, la loro voglia di libertà, il loro legame con la vita e la morte, che a prescindere dal giudizio personale, non si può non sentire vicino.
Ecco, è da qui che sono partito per raccontare una storia apparentemente lontana da noi, ma così vicina nei sentimenti primordiali dell'essenza umana.
E poi ci sono le regole dell'"educazione siberiana", quelle che fanno credere in un mondo fatto di giusti, quelle che fanno chiedere chissà cosa sarebbe questo mondo se alcune di queste regole venissero applicate e rispettare nella società moderna.
Questa ad esempio : <<Un uomo non può possedere più di quanto il suo cuore possa amare>>.
Giuseppe Miale Di Mauro

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