domenica 20 febbraio 2011

Battlestar Galattica

Ogni tanto in tv trasmettono cose "interessanti", anche questo l'ho scoperto per puro caso..lo trasmettono solo il sabato e la domenica su rai4 alle 7.30...da poco ho anche scoperto che danno un telefilm simile su mediaset premium "Caprica" che se non ho capito male è quello che ha dato "vita" a Battlestar Galattica.

Battlestar Galattica
Con settantacinque episodi su quattro stagioni, due tv movie, ventisette mini-episodi per il web, oltre a uno spin-off di prossima programmazione, Battlestar Galactica è uno dei principali “franchise” televisivi del primo scorcio di millennio: una serie nata con il respiro della saga e dunque, inevitabilmente, oggetto di culto.

Battlestar Galactica è l’avvincente rilettura di uno dei temi classici del genere, quello della macchina che vuole farsi uomo. A sottolineare un approccio più maturo e problematico rispetto a classici della space opera come Star Trek e Star Wars, la stampa americana ha utilizzato l’efficace definizione “space drama”. Ideata da Ronald D. Moore – prolifico sceneggiatore di Star Trek - The Next Generation e dei suoi spin-off – e David Eick, la serie ha raccolto due Emmy per gli effetti speciali e ben sette Saturn Award, gli oscar americani della fantascienza.
In dodici lontanissimi pianeti, le dodici colonie di Kobol, il genere umano è stato sterminato dall’attacco dei cyloni, robot che hanno sviluppato una struttura biologica e possono assumere sembianze umane. Un gruppo di cinquantamila sopravvissuti è in fuga su una flotta stellare – di cui la ‘Battlestar Galactica’ è la nave ammiraglia – verso un leggendario tredicesimo pianeta, chiamato Terra.
A guidare la spedizione ci sono il comandante William Adamo (Edward James Olmos di Miami Vice) e la presidente Laura Roslin (Mary McDonnell, protagonista femminile di Balla coi lupi), ex-ministro dell’educazione e unica supersite del governo delle dodici colonie, ritrovatasi al gradino più alto del potere politico nonostante sia affetta da un male incurabile.
Se la priorità dei superstiti è sfuggire all’inseguimento dei robot, Adamo e Roslin si confrontano anche con la certezza che a bordo della flotta si nascondono – irriconoscibili – i cyloni umanoidi, pronti a insinuare tra gli umani un clima di paranoia e sospetto. Lo stesso Gaius Baltar (James Callis), scienziato stimatissimo nella comunità, ha ceduto segreti difensivi che hanno facilitato la distruzione delle dodici colonie alla propria amante, la cylone umanoide ‘Numero Sei’ (la modella Tricia Helfer).
Remake, ad alto tasso tecnologico, dell’omonima serie televisiva datata 1978, Battlestar Galactica abbonda, come nei canoni del genere, in citazioni e simbologie: il tema dell’esodo è ispirato, ad esempio, dai testi sacri mormoni, religione dell’ideatore della serie anni settanta Glen A. Larson. La trama rimanda, d’altra parte, in maniera diretta, alla società americana del tempo presente: “Time Magazine” ha salutato la serie come una spettacolare metafora della guerra al terrorismo, cogliendo nella distruzione delle dodici colonie la trasfigurazione del trauma dell’11 settembre e nel clima di esasperata diffidenza che agita la ‘Battlestar Galactica’ l’ingovernabile paura di un nuovo attacco, vissuta da tutto il Paese negli anni successivi.
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