Ed eccoci alla lettura del quarto libro di Nicolai, che come ho già detto e ridetto è il mio scrittore preferito e anche questa volta grande soddisfazione nel leggere ciò che scrive...
Nicolai sin dal primo libro ci racconta della sua vita, le regole dei "criminali onesti" e del modo in cui i tatuaggi ne entrano a far parte della sua vita...
In questo suo ultimo libro ci parla delle sue prime esperienze di giovane tatuatore e i significati che i tatuaggi; o come li chiamano loro i "marchi"; hanno per la tradizione siberiana, in cui si capisce che dietro ad un tatuaggio c'è molto di più che un "disegno" c'è una storia, la storia di chi lo porta...
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Storie sulla pelle
Nicolai Liliin
Si dice che raccontare la propria vita
serva a comprenderla. Ci sono esperienze,
però, su cui le parole non hanno
presa: si può solo «soffrirle» una seconda
volta sulla propria pelle.
I criminali siberiani le loro vite se
le portano addosso, incise dalla mano
esperta del kol'sik: sacerdote e custode
della tradizione, il tatuatore e l'unico a
comprendere fino in fondo la lingua arcana
dei simboli.
Ma i tatuaggi, mentre raccontano delle
storie, ne creano altre: generano incontri
ed equivoci, stabiliscono legami, decidono,
a volte, della vita e della morte.
Ed è attraverso questo vortice di storie
che Nicolai Lilin ci conduce dentro la
tradizione dei «marchi» siberiani.
Sei racconti diversissimi - comici o
disperati, violenti, romantici, rocamboleschi
- nei quali ritroviamo alcuni dei personaggi
memorabili di Educazione siberiana
- la banda di minorenni capitanata da
Gagarin, il colossale Mel, nonno Boris e
gli altri vecchi fuorilegge di Fiume Basso
- e ne incontriamo di nuovi: Oliva, che
spara come un sicario e si porta sempre
appresso la foto di una donna; Styopka
con il suo amore impossibile; Pelmen,
che pagherà caro un tatuaggio sbagliato
nel posto sbagliato; e ancora Kievskij,
criminale di Seme nero; il vecchio hippy
Batterista in perenne lotta con una
direttrice dittatoriale; il terribile Treno
e la virginale Cristina.
A fare da filo rosso, c'è la voce inconfondibile
di Nicolai «Kolima» e la storia
della sua formazione da tatuatore. Dai
primi tentativi in forma di gioco all'apprendistato nel laboratorio di nonno
Lësa, fino all'esercizio di una vera e propria
professione, il cammino di Kolima
si rivela una messa a fuoco progressiva
che dalla superficie - l'estetica affascinante
dei simboli - si muove verso «il
centro esatto del mistero».
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